Il convegno di Firenze: ingredienti per un’adozione felice.

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Si è svolto sabato 11 febbraio, presso il Palagio di Parte Guelfa a Firenze, il Convegno organizzato dalla Fondazione Patrizia Nidoli Onlus, in collaborazione con l’Associazione Ariete Onlus, dal titolo “Ingredienti per un’adozione felice”. La mattinata si è aperta con i saluti della Vicepresidente della Fondazione dott.ssa Anna Benedetta Torre ed è proseguita con gli interventi dei professionisti.
La prima a prendere parola è stata la dott.ssa Giuseppina Berio, psicologa – psicoterapeuta, che, a partire dalla sua lunga esperienza presso i servizi sociali del Comune di Firenze, ha documentato come il servizio pubblico possa essere di supporto al percorso adottivo; è stata seguita dalla dott.ssa Sabrina Breschi, del Centro Regionale Infanzia e Adolescenza – Istituto degli Innocenti, che ha illustrato le attività dell’Osservatorio toscano sulle adozioni, con un intervento ricco di dati sullo stato dei minori adottati in Toscana.

L’incontro è proseguito con l’intervento del Giudice Onorario Tommaso Eredi, che ha trattato l’evoluzione storico-giuridica del concetto di adozione, cogliendo come solo da pochi decenni sia stata affermata una prospettiva di accoglienza dentro la vicenda adottiva, e con quello della Psicoterapeuta dott.ssa Barbara Bertelli che ha approfondito il tema della relazione in presenza di figli adolescenti.

La successiva tavola rotonda, introdotta dall’intervento di Stefano Capretti, responsabile della sede fiorentina della Fondazione, è stata aperta dalla suggestiva testimonianza di un minore adottato, Gilmar Martini, di 15 anni, giunto in Italia oltre 10 anni fa dalla Bolivia, che ha raccontato la propria esperienza trasmettendo le emozioni e sensazioni provate nel proprio percorso adottivo.

Ha quindi preso la parola la dott.ssa Chiara Benini, psicoterapeuta e stretta collaboratrice della Fondazione Patrizia Nidoli, la quale ha sottolineato come sia importante una sensibilizzazione e preparazione delle persone che circondano la famiglia, poiché l’adozione è, più di altre genitorialità, influenzata anche dall’ambiente, dal mondo sociale, che può talvolta risultare eccessivamente invadente o giudicante.La mattinata di lavoro è terminata con le conclusioni della dott.ssa Anna Benedetta Torre.